(Solonghello, AL, 1885 – Torino, 1970)
Dopo la Scuola Tecnica a Tortona, frequenta la Reale Accademia Albertina di Torino. Entra in contatto con Giuseppe Pellizza da Volpedo, il quale gli dimostrerà sentimenti di stima, e conosce la pittrice Evangelina Gemma Alciati da cui nel 1907 avrà un figlio, Gabriele, il quale sposerà Ortensia
(Ninì) Pietrasanta. Nel 1909 è ammesso, unico rappresentante del Piemonte, al Concorso per il Pensionato Artistico Nazionale di Roma. Ritrattista e amante del genere paesaggistico, si dedica anche alla caricatura praticata soprattutto nei luoghi d’incontro degli artisti, le trattorie dei quartieri torinesi:
fra i soggetti ritratti Arturo Martini. Il temperamento anarcoide e polemico ritarderà la sua partecipazione alle mostre della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino fino al 1915. Chiamato alle armi nel 1917 col ruolo di Caporale, trarrà dall’esperienza una serie molto intensa di «intimi taccuini
di guerra». Nel 1923 partecipa alla seconda Biennale romana; l’anno successivo è presente alla XXVI Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino. Gi anni ’40 e ’50 sono segnati da una costante partecipazione a mostre nazionali e regionali.
Dopo la Scuola Tecnica a Tortona, frequenta la Reale Accademia Albertina di Torino. Entra in contatto con Giuseppe Pellizza da Volpedo, il quale gli dimostrerà sentimenti di stima, e conosce la pittrice Evangelina Gemma Alciati da cui nel 1907 avrà un figlio, Gabriele, il quale sposerà Ortensia
(Ninì) Pietrasanta. Nel 1909 è ammesso, unico rappresentante del Piemonte, al Concorso per il Pensionato Artistico Nazionale di Roma. Ritrattista e amante del genere paesaggistico, si dedica anche alla caricatura praticata soprattutto nei luoghi d’incontro degli artisti, le trattorie dei quartieri torinesi:
fra i soggetti ritratti Arturo Martini. Il temperamento anarcoide e polemico ritarderà la sua partecipazione alle mostre della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino fino al 1915. Chiamato alle armi nel 1917 col ruolo di Caporale, trarrà dall’esperienza una serie molto intensa di «intimi taccuini
di guerra». Nel 1923 partecipa alla seconda Biennale romana; l’anno successivo è presente alla XXVI Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” di Torino. Gi anni ’40 e ’50 sono segnati da una costante partecipazione a mostre nazionali e regionali.